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Disegni del pensiero
Mercoledì
13
ore 18.00
Società Letteraria di Verona
(a cura dell’Archivio Tommasoli)
Esposizione. Dal 13 al 17 ottobre
Gripari,
Leone, Mussio e Tommasoli sono i quattro artisti chiamati a proporre con
le loro opere un percorso visivo che si rivela fra echi di memoria, percezioni
di segni e colori, di forme, di spazi.
La mostra, presentata da Silvia Ferrari e Flavio Ermini, è allestita
nelle stanze della Società Letteraria di Verona ed è visitabile
dal 13 al 17 ottobre, nell’ambito di Verona Poesia 2004.
Le opere di Bruno Gripari sono stendardi e strisce di seta che si muovono
leggere, sospese in una stanza di grande fascino, l’antica biblioteca
della Letteraria. Gommelacche policrome, encausto in cere, incenso, oro
e argento su taffetas, satin e crepe evocano segni di alfabeti asiatici,
di atmosfere lontane. Una stanza, questa di Gripari, che provoca sensazioni
forti e complesse tanto più quando i profumi dei materiali partecipano
con intensità e sembrano insistere sulle luci e sui movimenti delle
sue forme sospese dai lucidi colori.
Roberto Leone ha realizzato per questa mostra un’installazione cubica,
spazio a cui si accede attraverso un’apertura che costringe a chinarsi,
quindi a scegliere e decidere se compiere l’azione o meno. Attirati
dalla luce che scaturisce dalle facce esterne del cubo, una volta entrati
ci si immerge in essa, nel suo continuo oscillare che vela e svela la
complessità delle pareti interne sulle quali affiorano elementi
della memoria, come proiettati dal presente verso il passato in un tempo
che sembra non scorrere, in una proiezione di luci e ombre in continuo
altalenarsi.
Le opere di Magdalo Mussio sono carte che portano impressi solchi di altri
materiali, strati di colore che evocano forme improbabili scalfite dai
segni di una scrittura lontana. Esse ci invitano a disporci a quel particolare
stato d’animo che consente non di afferrare le cose per capirle
nell’ordine che vorrebbe la ragione, ma di incontrarle nella complessità
sotterranea della nostra anima. L’orizzonte del mondo non è
più solamente dato da ciò che si offre al nostro sguardo,
ma dall’insieme del visibile e dell’invisibile, la conoscenza
artistica, l’oggetto della ricerca che coincide con l’esercizio
del cercare.
Sirio Tommasoli ha ideato per la sua stanza un percorso obbligato in cui
ha collocato tre opere statiche e una dinamica, le une poste di fronte
all’altra, in un dialogo forzato a percepire il tempo. Writing sono
una sorta di paesaggi essenziali sviluppati in quadri successivi, superfici
movimentate dai segni di una scrittura indecifrabile che emerge dai colori
della materia, dalle luci e dalle ombre che la disegnano, frammenti di
uno spazio che appare ai limiti del tempo. Light waves sono due video
fluttuanti che ripetono all’infinito forme e movimenti a scandire
un tempo senza principio e senza fine.
Scrive Flavio Ermini nella sua presentazione: “il disegno del pensiero
traccia un’azione che nessun significato può definire. Indica
lo sprofondare di ogni significato e l’emergere di tutte le assenze.
E si curva su ciò che si sottrae: l’inesplicabile. …..Poi,
comunemente è così che accade: mentre il disegno del pensiero
resta il vigile custode della soglia, su entrambi i lati della stessa
il gesto dell’artista rivela e nasconde a ogni battito di ciglia
lo spazio e il tempo.”
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