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Sillabe
L’uomo d’ombra in me, colui che dona.
In ricordo di Paul Celan
Sabato
16
ore 17.00 – 18.00
Foyer Teatro Nuovo
”L’uomo
d’ombra in me, colui che dona…”
Ascoltando la voce di Paul Celan
di Lorenzo Gobbi
Alla voce
di Paul Celan è dedicato l’incontro in programma sabato 16
ottobre, alle ore 17, nel Foyeur del Teatro Nuovo: cinque liriche saranno
ascoltate dalla voce registrata del poeta, mentre l’attore Renato
Perina ne leggerà le traduzioni italiane a cura di Lorenzo Gobbi,
che introdurrà l’incontro; l’arpista Barbara Forneron
interverrà con musiche appartenenti alla tradizione ebraica.
Paul Celan, poeta ebreo di lingua tedesca tra i massimi del Novecento
europeo, nacque a Czernowitz nel 1920 e morì suicida a Parigi nel
1970. La sua poesia, a volte oscura e difficile ma pronta al dono, è
come una parola che “apre-e-nasconde, luce e segreto” (MA:
Ouaknin). Con essa si può conversare nella notte del dolore, del
lutto, dell’abbandono, e nel tempo che segue la separazione –
soprattutto, nell’attesa dell’ora sospesa in cui germoglierà
il miracolo. In ebraico, shàhar (“alba”) non è
il momento in cui il sole inizia a sorgere, ma l’istante di massimo
buio che lo precede di poco, l’attimo così totalmente privo
di luce che sta a un soffio dall’avvento della luce stessa.
Da fratello a fratello, Celan ci dice la verità, – e la verità,
si sa, è il contrario della consolazione (Ch. Bobin). Vera è
la notte, verissimo il buio, vere la separazione e l’attesa, la
sospensione. Altrettanto vere possono essere le nostre parole: in loro
possiamo riposare e riprendere forza, e ricordare e benedire. Nelle parole
di Celan, ciascuno può leggere la propria storia: ciò che
ci viene incontro è una parola viva.
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