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Concetti d’altrove
Forme della metamorfosi
[poesia -estetica – filosofia della scienza – jazz]
(a cura di Anterem)

ore 18.15-19.15
Foyer del Teatro Nuovo


 

4. I poeti

Ammonisce Benn: «Noi portiamo i popoli primitivi nella nostra anima, e quando la tarda ratio si lascia andare, nel sogno e nell’ebbrezza, essi sorgono con i loro riti, con il loro mondo spirituale prelogico, e concedono un’ora di partecipazione mistica. Quando la sovrastruttura logica si dissolve e la corteccia, stanca dell’attacco delle forze prelunari, apre il confine eternamente combattuto della coscienza, ecco allora che l’elemento antico, l’inconscio, appare nella magica trasformazione dell’Io e nell’identificazione, nella primitiva esperienza del dappertutto e dell’essere eterno».
È questo l’aperto al quale sono destinate molte opere dove non si dà per scontato o prevedibile nessun percorso stilistico: mettono in scena eventi di scrittura che spingono a portarsi più in là degli esiti espressivi, verso il pensiero: quella particolare forma di pensiero che nasce dalla poesia.
Gli autori di queste opere ci dimostrano che non c’è un mondo da rispecchiare e non esiste alcuna certezza alla quale appellarsi. Ci segnalano che viene meno il compito della letteratura come descrizione. E ciò corrisponde a quella che Harold Bloom definisce l’ansietà delle origini, scaturita dal bisogno da parte di un essere umano di rinascere mediante un atto di scrittura che è per lui l’unica condizione per sottrarsi al terribile potere della ripetizione.
Proviamo a fare qualche nome? Yves Bonnefoy, Samuel Beckett, René Char, Andrea Zanzotto, Ranieri Teti, Fernando Tartaglia, Giorgio Celli, Yang Yan, Ida Travi, Christa Wolf.
Questi sono solo alcuni dei poeti che “Anterem” presenta nel corso dei cinque incontri che organizza nellambito di “VeronaPoesia”.
Ad autori così – presentati da filosofi quali Clemens-Carl Haerle, Massimo Donà e Giulio Giorello, o da storici della letteratura quali Adriano Marcheti e Carla De Bellis – affidiamo volentieri le parole riflesse del nostro vocabolario affinché vengano guarite e possano riprendere a creare. Tornando a essere parole prime.